Astrattismo geometrizzante e intuizione formale del mondo metafisico

Ci sono due componenti storiche fondamentali, per nulla facili da far corrispondere in un linguaggio unico e coordinato, alla base della pittura più caratteristica di Giovanni Mattaliano, fatta di galassie, vortici e spirali in libere associazioni. Una è il pointillisme, ultima evoluzione dell’Impressionismo prima del suo definitivo superamento, di cui Mattaliano adotta il presupposto tecnico, la resa del colore attraverso la suddivisione in punti che vengono accostati secondo insiemi di assoluta regolarità, ma non il principio, l’adeguamento del metodo pittorico alle conoscenze scientifiche sulla percezione visiva. L’oggetto della pittura, per Mattaliano, non è la natura, come ancora insistono a fare i neo-impresssionisti, ma l’intuizione formale di ciò che metafisicamente la sottende. L’altra componente é l’astrattismo geometrizzante, inteso però non in un’accezione generica, da esordi kandinskijani, ma secondo una specifica valenza di carattere cosmico, come direbbe lo stesso Mattaliano, tesa a individuare gli archetipi in grado di dare visualità alle forze primordiali e alle dinamiche che determinano i vari fenomeni astrali dell’universo. Ci sarebbe un artista, in questo senso, che più di altri troverei congeniale a Mattaliano, e non certo per il solo fatto di essere italiano: Giacomo Balla, il più astratto e cosmico, nel modo che abbiamo prima definito per Mattaliano, dei pittori futuristi. La singolarità, se davvero va vista come tale, é che Balla aveva anch’egli una radice tecnica legata al pointillisme, attraverso la variante nazionale del Divisionismo, progressivamente abiurata man mano che le sue ricerche sul dinamismo lo portarono a spostare l’oggetto delle sue riflessioni, sempre rifacendoci a quanto detto per Mattaliano, dalla natura alla metafisica. Nelle sue opere i movimenti centrifughi dei suoi paesaggi astrali suggeriscono espansioni spaziali, ma anche dissolvenze, presagi di paesaggi mentali, racconti sospesi fuori dal tempo e dalla storia. I colori brillanti e solari restituiscono la passionalità di un animo inquieto, che sa cogliere la materia vitale dell’esistenza.

La materia cromatica è movimentata, suggerendo diversi piani di lettura: sono infatti lavori che svelano la loro identità di riflessione esistenziale e di incontro dialettico fra la percezione del reale e l’impulso emotivo.

Lontano dall’essere frutto di una casualità meccanica, le opere di Mattaliano descrivono con accuratezza formale onde emotive che svelano un singolare parallelismo tra microcosmo dell’animo umano e macrocosmo dell’universo di cui facciamo parte. In questo sillogismo espressivo, il moto caotico è fermamente dominato con un linguaggio estremamente complesso e ricco, di sicuro impatto estetico: opere che sono spartiti dell’anima laddove ogni tocco di colore segna il progressivo prendere forma di visioni rievocate dalla sfera dell’inconscio in un incalzante successione segnica.

Vittorio Sgarbi

Annunciando un universo armonioso

E innegabile, sin dal primo approccio, che il pittore e scultore Giovanni Mattaliano, con i suoi lavori di bella cifra stilistica, sia più un poeta dell’astrazione che uno sperimentatore aggrap­pato all’utopia della visione.

Si tratta infatti di un ricercatore di forme che si fanno ammirare per il senso armonioso della costante mutazione prospettica, per la stesura cromatica che gioca su un apparente puntini­smo tonale, dove lo studio del movimento dei corpi semicircolari è portatore di luminescen­za d’ottimo costrutto.

Le sue radici culturali affondano nel Secondo Futurismo italiano, guardando al rapporto che sussiste tra i contenuti oggettuali e la loro rappresentazione artistica, e risolvendolo con l’i­dentica dinamicità formale che era la sigla di identificazione di Giacomo Balla. L’operare di Giovanni Mattaliano si muove nell’area della pittura e della scultura astratte, ma con la vocazione narrativa di un cosmo razionale, ordinato, dove l’immaginazione del­l’artista nulla lascia al caso. Le sue forme dinamiche mutano secondo variabili, che di volta in volta assumono una loro funzione specifica e strettamente controllata, porgendo quindi all’osservatore un’idealità labirintica, dove però l’occhio non si perde, essendo guidato in un percorso precisamente determinato. Se da una parte ci troviamo di fronte a dipinti palpitanti di stimoli per lo sguardo, dall’altra, nel caso delle opere tridimensionali, siamo coinvolti da sensazioni anche concretamente tattili. In ogni suo lavoro l’artista richiama così la nostra attenzione sulla chiarezza dei suoi segni e delle sue cromie, sulla musicalità del suo approc­cio formale, sul pragmatico costrutto sia degli impaginati pittorici, che delle masse plastiche, annunciando un universo armonioso come una sublime e perfetta architettura.

Paolo Levi

“Fra Forma e Figura” a cura di Paolo Levi Centro Diffusione Arte Editore, Palermo (2010) pag. da 223 a 226

L’universo e la creazione, il cosmo, l’ordine ed il caos sono alla base dell’interpretazione pittorica del maestro Mattaliano. Un puntinismo che mostra il lato meticoloso o ordinato dell’artista, una caratteristica senza la quale la sua produzione pittorica non risulterebbe così suggestiva e affascinante. Un talento immenso nel racchiudere in surreali composizioni, il significato della vita, dandone all’astante un’immagine rinnovata nella forma ma intatta nell’essenza. Contemporaneo e profetico allo stesso tempo, Mattaliano rivela nuove chiavi  interpretative.

Paolo Levi

(Museo Levi – Artisti da museo – EA Effetto Arte Palermo 2017 – pag. 293

L’apprezzata produzione artistica del Maestro Giovanni Mattaliano si caratterizza per quel suo stile legato al divisionismo e che lo distingue tra i contemporanei del mondo artistico.

Egli, avvalendosi della tecnica del puntinismo riesce magistralmente a personalizzare le sue creatività trasmettendo di volta in volta le idee del suo pensiero in connubio con le emozioni del suo animo. Tre , infatti, sono gli elementi salienti della sua espressione artistica: amore per l’arte, passione per la tecnica e desiderio di comunicare emozioni.

Giovanni Mattaliano con la sua impronta inconfondibile si affianca alle scoperte dell’ottica e allo studio neuro-biologico della percezione visiva, con il desiderio di esplorare le parti oscure della coscienza o indagare l’invisibile risiedente nel subconscio, interpretando così, le sue emozioni con spirito di passione creativa.

Osservando la sua vasta produzione pittorica, notiamo come i colori non vengono mescolati ma accostati sotto forma di punti, soprattutto i colori supplementari, in modo che, ciascun colore sia influenzato dal suo colore cui è posto accanto, così da creare il contrasto simultaneo in modo tale che la fusione dei colori non avvenga nel quadro ma nella retina dell’osservatore.

Il suo puntinismo nasce dal continuo studio della luce conducendolo alla realizzazione di creatività sia pittoriche che scultoree che comunicano un certo effetto cosmico spaziale.

Infatti, le sue, sono delle vere e proprie rappresentazioni di espansioni cosmiche che si muovono nello spazio con dinamismo spesso circolare, a spirale o a sezione di cerchio, accattivando e stupendo il fruitore per il paziente lavoro nell’imprimere l’elevato numero di punti colorati.

Credo che questo suo modo inconfondibile di fare arte, voglia esprimere la gioia di vivere e quindi l’esigenza di creare nuovi mondi in cui non esista il grigiore ma soltanto il gioioso colore della vita.

Anna F. Biondolillo

(Emozioni d’Arte di Anna Francesca Biondolillo – 2011 – Centro Diffusione Arte  EDITORE  Palermo pag. 96 e 97)

 

Composizione suggestiva, sin dalla lettura del titolo.  Si tratta di una sperimentazione astratto-lirica, eseguita da un artista le cui basi esecutive sono quanto mai solide. Qui nulla è fortuito, ma tutto è minuziosamente calcolato e calibrato a livello di percezione visiva. Si deve alla notevole abilità di uno spirito intuitivo, se il fondo azzurro rivela una gestualità controllata di semicerchi multicolori, con una musicalità in espansione.

 Paolo Levi

L’arte segnica e cromatica di Giovanni Mattaliano rivela l’idea moderna dell’artista creatore, che con il suo “ingenium” trasforma creativamente oltre le limitazioni del tempo e dello spazio. Il dipinto Espansione cosmica F12 è un gioiello astronomico che ci permette di scrutare i cieli ad enormi profondità superando i “disturbi” dell’atmosfera terrestre. L’artista rende egregiamente l’universo accelerante, fonte di una energia sconosciuta che spinge ai margini la materia oscura permettendo a galassie e sistemi  di galassie di addensarsi in una tela cosmica brillante di colori, esplosioni stellari e onde spettro.

Barbara Romeo

Rivista “EFFETTO ARTE” 2013  N° 6 pag.285

Pittore dallo stile unico e personale, riconoscibile e coerente, porta sulla tela la sua visione del Cosmo. Un cosmo colorato, inventato, dove tutto è armonico, un lavoro volto alla realizzazione di una coscienza universale che esplora le origini del mondo, dell’universo conosciuto e di quello immaginato. Le opere di Mattaliano fanno ricordare all’essere umano che è parte di un Tutto, grande e complesso. Osservando le sue opere comincia un viaggio introspettivo, fino ad arrivare dentro di noi e ancora più indietro, al di là delle cose visibili. L’energia creatrice riesce quindi a manifestarsi in modo armonioso ed unico su queste tele.

Marco Rebuzzi

Rivista “EFFETTO ARTE” (numero speciale) 2018 pag. 55 e pag. 195

 

“Una congeniale prospettica figurativa”

Alla Galleria Treves di Milano:   2-15 Maggio ’78  Direttore: Carlo Colonna

Si presenta una congeniale prospettica figurativa il dipinto di Giovanni Mattaliano, per la sua non comune natura di realizzazione. Si tratta della concordanza di più elementi ideografici e tonali che danno al dipinto un riconoscimento maggiormente polittico che di tecnica mista. Nella figura si notano più i fiancheggiamenti trittici d’una rara sinonomia figurale che interventi di materiali diversi. E’ da sottolineare che, nella tematica del pittore, si è di fronte ad una ricerca di concentrazione sperimentale. Un campo della fantasia in cui la poesia non congela il suo linguaggio, non estranea il suo verso, bensì alimenta il suo calore d’animo di liberazione nell’apparenza misteriosa di un raro simbolismo: manifesta cioè il suo volto estetico nella sottigliezza semiotica di una sensibilissima metodologia. Una ricerca formale in cui l’animazione poetica della virtuosa immaginazione lirica accende la sua carica liberatrice nei segmenti e nei contorti interventi di linea che racchiudono la simultaneità alterna di spazi colorati e vissuti da un avvincente puntinismo. Si è pertanto di fronte al pittore di talento e del mestiere che, in una visione figurativa pur non estranea ad una radice divisionista, coordina l’armonia creativa dell’arte nel profitto dello studio razionale e poco concedendo all’improvvisazione dello stimolo istintivo. Una pittura di maturità.

Giuseppe Martucci

(ARTECULTURA Splendor – mensile di manifestazioni artistiche e  culturali di  Martucci Giuseppe. Milano anno XII n.5 maggio 1978)

Ellissi, cerchi concentrici curve e spirali negli intrecci suggestivi  dell’universo di Giovanni Mattaliano 

Magie di colore tra fantasia e scienza

 Un immaginario cosmologico, venato di razionalismo geometrizzante pervade e contraddistingue la pittura di Giovanni Mattaliano.

Recuperando una tecnica in voga alla fine del secolo scorso, il “pointillisme” di Seurat e Signac (che tanta fortuna ebbe anche in Italia, basti pensare ai divisionisti ed alla prima produzione futurista) e coniugandola con un astrattismo che non rifugge da suggestioni formali (nelle quali affiora una riflessione su certe opere di Delaunay), Mattaliano ha dato vita ad un linguaggio singolare ed interessante.

I suoi dipinti – la cui complessa realizzazione richiede tempi lunghi, per la non facile stesura del colore attraverso una miriade di minuscoli tocchi – sono animati da cerchi concentrici, ellissi, curve, spirali, in un intreccio misurato di forme e di cromie. Una pittura “fantastica” e “scientifica” al contempo, che sembra aprire squarci, grazie ad improvvisi salti spazio-temporali, sulle meraviglie dell’infinitamente grande, del macrocosmo – vengono alla mente i cerchi gassosi che ruotano intorno a Saturno, il moto delle galassie ed ancora il BigBang  – o su quelle dell’infinitamente piccolo, del microcosmo – certe immagini ricordano gli organismi unicellulari o anche le cellule sanguigne – con esiti stranianti ed irretenti per l’osservatore, d’un tratto riassorbito in una dimensione immaginifica ove domina la geometrica e pura orchestrazione dei colori.

Salvo Ferlito

(il Mediterraneo – Il quotidiano di Palermo e della Sicilia – 10/03/2000 pag.19)

Migliaia di punti delimitano lo spazio oltrepassando con fare alchemico lo stesso limite spaziale costituendo parte intrinseca di un voler testimoniare la volontà evasiva da coordinate spazio temporali ormai risultanti fallaci, illusorie. Lo straordinario effetto retinico dell’operato di Giovanni Mattaliano dona all’osservazione innovativi elementi di fusione atti a stimolare la nostra capacità mentale di fondere il reale con l’immaginifico e l’illusione con la materia. Illusione e materia che è parte fondamentale del prorompente stile pittorico di Giovanni Mattaliano, il quale oltrepassa qualsiasi futile barriera visiva riappropriando l’osservazione di autorevole e liberatorio senso d’infinito. Così migliaia di punti riconducono il nostro pensiero in un vorticismo segnico ora velato ora fortemente marcato che trova nell’equilibrio cromatico gran parte della propria forza comunicativa.  Pittura che è valenza d’essere, volontà di manifestare ciò che è presente nelle proprie sinergie intellettuali mai finalizzate a sterili rappresentazioni. Il limite dunque è stato oltrepassato, annullata la sua esistenza il nostro inevitabile osservare giunge in dimensioni prive di steccati. Attraverso la ripetizione segnica –ossessiva l’artista valica le “colonne d’Ercole” del tempo approdando all’infinito, in quel contesto filosofico nel quale tutto è uguale al niente. In cui l’alfa e l’omega posseggono l’identica valenza. In cui il concetto di tempo risulta vano, insensato, inutile. In cui la tridimensionalità della forma è continuamente “raggirata”  dall’illusione ottica, dall’impeto del fenomeno retinico ben valorizzato dal punto. Dimostrando che nel microcosmo trova dimora l’infinito. Che nel punto risiede l’input per la partenza e lo stesso arrivo di un far pittura che null’altro è che manifestazione della grandezza del pensiero umano, del suo sconfinato potere immaginifico, della necessità di rendere l’arte mezzo espressivo del sogno e del divino presente in talun essere umano.

Sandro Serradifalco

Rivista BOE’ 2007 n°1 pag. 40 – 41 Libro “Grandi Maestri” Centro Diffusione Arte Editore – Palermo (2008) pag,. 330 . 331

 

La riflessione artistica del maestro Mattaliano verte sull’esemplificazione cromatico e segnica dell’universo quale luogo formidabile da dove tutto ha avuto origine. Sicché gli oggetti celesti oggetto d’indagine scientifica divengono protagonisti di un’arte preziosa e raffinata, fatta di intensità emotiva e di fantasia; pari alle grandi lezioni dei protagonisti del passato.

Dino Marasà

OVERART (2013) N° 3  pag. 7 e pag. 146

 

Il maestro Giovanni Mattaliano percorre lo spazio interstellare con la fantasia. Ci sorprende la sua dimestichezza con gli oggetti celesti la cui bellezza viene fissata sul supporto con colori e segniche  di effetto.  E gli stessi oggetti concorrono alla spiegazione della stessa evoluzione cosmica in accordo alle più recenti teorie approvate dal mondo scientifico. Un’arte che ci spiega da dove veniamo e vuole darci una risposta sul dove andiamo non solo come umanità ma come totalità cosmica, come universo.

Sandro Serradifalco

Rivista EFFETTO ARTE  (2013) N°3 pag. 284

 

L’ astrazione di Giovanni Mattaliano ha un valore di energia cosmica, la meticolosa  esecuzione puntinista  può come tradursi  nella postmoderna e frattalica concezione di un nuovo universo, dal valore minimo della somma di frattali. La forma  circolare dal significato iconografico di perfezione, o la curva stessa , serie infiniti di punti in moto perpetuo, costituiscono la semantica segnica costante di questo  rinnovato momento di astrazione.

Daniela Lubrano

LEADERS Protagonisti delle Nuove Avanguardie 2013  EA EDITORE Palermo pag. 574 e pag 575

 

Una ricerca formale in cui l’animazione poetica della virtuosa immaginazione lirica accende la sua carica liberatrice nei segmenti e nei contorti interventi di linea che racchiudono la simultaneità alterna di spazi colorati e vissuti da un avvincente puntinismo.

Giuseppa Martucci

Artista grafico straordinariamente dotato. Si affaccia all’orizzonte mostrando ciò che ha sviluppato con abilità, inventiva e grande vivezza cromatica con i suoi ritmici giochi di linee e punti colorati.

Carlo Colonna

Evoluzioni cromatiche in grado di definire la sua personale ricerca, evidenziano colore e segno in una totale corsa all’incontro, fino a generare l’arduo sentiero di una creatività coinvolgente.

Maria Rosa Belgiovine

Con una tecnica raffinatasi nel lungo percorso della sua esperienza estetica, spazia nei suoi supporti cartacei forme e colori dove l’universo del punto si fa serena immagine della gioia del conoscere e del fantasticare.

Piero Longo

Uno stile inconfondibile quello di Giovanni Mattaliano, che ha forgiato nel tempo quasi un marchio di fabbrica, che lo contraddistingue nel panorama artistico contemporaneo. Uno stile che affonda le proprie radici nella corrente del Divisionismo, stravolgendone sicuramente un po’ i canoni riguardanti i soggetti , evitando così di rappresentare paesaggi o persone, ma dedicandosi completamente a una sorte di simbolismo cosmico, dove l’universo, i pianeti e lo spazio sono i protagonisti, e attraverso cui lui stesso racconta immaginifiche storie di creazione. Le scelte cromatiche sono briose, e i colori che si muovono tra mille tonalità pastello, suddivisi tra loro in maniera quasi scientifica, donano dinamismo all’opera disponendosi in vortici cromatici convergenti.

 Sandro Serradifalco

La sapiente verve rappresentativa contraddistingue per importanza segnica ed ideativa, la produzione pittorica del Maestro Giovanni Mattaliano. In essa , cromie accese donano anima agli elementi spaziali conducendo l’osservazione verso innovativi meandri percettivi. La spirale cosmica diviene un’evanescenza intuitiva intrisa di lirica poesia. Un fare pittura quello di Mattaliano, non riconducibile a fallaci teorizzazioni né a semplici riproposizioni, piuttosto frutto di una profonda meditazione sulla genesi delle cose e degli elementi immortalati attraverso una dialettica simbolica dall’accattivante resa emotiva.

 Salvatore Russo

Libro (ECCELLENZE Sguardi sulla pittura contemporanea EA Editore Palermo 2015) pag. 408 – 469 e pag. 584

Una gestualità che va oltre l’immaginario, percorrendo linee dai ritmi incalzanti e colmi di atmosfere, rapidamente seguite dal colore che formula una vera e propria identità all’opera. Giovanni Mattaliano traduce il suo inconscio creativo, sfibrando il colore e diffondendo le particelle con assoluta sobrietà cromatica, sospingendo nell’orbita artistica tutta la sua espressività.

Mariarosaria Belgiovine

(V Biennale d’Arte Internazionale ERMITAGE DU RIOU Exposition  d’Art  Contemporain  GALERIE  LE  PATIO – MANDELIEU – CANNES  Artexpò Promotion pag. 17)

 

Giovanni Mattaliano, un ‘Artista che sa trarre dagli spazi cromatici, molteplici formule per dar vita alla sua creatività, un vivace insieme di espressioni pittoriche assolute e personali. Nella sua comunicazione artistica, osserviamo la sua mancanza di incertezze, ed una gestualità che scorre sulla tela evocando la continuità del colore, intrecciata ai giochi concentrici delle sue animate composizioni. Una natura fedele all’armonia estetica, in grado di esaltare vortici e segni concentrici, che avvolgono stesso colore, trascinandolo nella loro allegra danza segnica.

L’Artista ama identificare il suo stile, attraverso vaporose animazioni oculari, che catturano l’osservatore e lo trasportano in un mondo pieno di interrogativi, con guizzi di fantastica ed immaginaria traiettoria. Il ritmo delle sue composizioni si può descrivere evidenziando la complicità del segno, per alcuni versi espresso sotto forma di linguaggio tribale. E’ la sequenza pittorica della sua volontà di dialogare con l’osservatore, mediante il personalissimo progetto creativo.

Giovanni Mattaliano riscopre l’universalità dei punti, congiungendoli e modellandoli a suo piacimento, con la gestualità ardita di chi sa perfettamente osservare l’inconscio. La sua crescita artistica segue la ricerca, sempre dedicata alla comunicazione del colore vaporoso, e sospeso nell’infinito, come il segno che si ricorre e si intreccia fra le mutevoli intuizioni dell’Artista. E così, la fantasia pittorica di Giovanni Mattaliano si lascia guidare da sempre più attivi accostamenti cromatici, distribuendo con cura il colore con la sua tecnica particolare e personale.

Osservando l’insieme delle sue opere, si assiste ad un evocativo omaggio al creato, con espansioni tonali che riflettono le armonie dell’universo, catturate dall’artista e donate all’osservatore con la sua creatività, e confermata crescita artistica.

Per concludere, posso affermare che le opere di Giovanni Mattaliano suscitano sicuramente emozioni e quiete armonizzata dai colori tenui, mai violenti, dal segno morbido e mai aggressivo, dalle sfumature avvolgenti che donano quel pizzico di magia, ingrediente necessario per un’arte vera e spontaneamente offerta dalla creatività dell’artista Giovanni Mattaliano.

Prof. Mariarosaria Belgiovine

 (ARTE collezionismo 2009 –effecì – Edizioni d’arte – Francesco Chetta EDITORE pag. 255)

 

Dichiarava il filosofo Albert Camus “Quando penso all’infinito che silenzio”. E’ la sensazione provata e condivisa da questo maestro del segno e del colore. Un virtuoso poeta che ha individuato il cosmo in una perfetta sensazione visionaria.

Stefania Bison

L’entronauta è colui che viaggia all’interno di se stesso alla ricerca della propria essenza  più autentica. Giovanni Mattaliano nelle sue opere ci rende partecipi di questo viaggio, metaforicamente rappresentato con una spirale. Nella vita si ritorna spesso nelle stesse situazioni o condizioni, ma sempre ad un livello più alto: la spirale è in espansione verso la Luce, verso la vita Eterna. Mattaliano usa la luce, rendendola protagonista della sua sintassi compositiva sottolineandone l’importanza per una felice riuscita dell’opera stessa.

  Sandro Serradifalco

L’universo ci parla attraverso le emozioni pittoriche del Maestro Giovanni Mattaliano. Le sue opere, realizzate con migliaia di punti colorati, rappresentano espansioni cosmiche animate da cerchi concentrici, ellissi, curve e spirali che si muovono nella grandiosità dello spazio infinito. Gli agglomerati stellari, le galassie, i mondi astrali, nell’immaginario del Maestro Mattaliano prendono forme differenti e divengono arte, l’universo diviene arte.

Dino Marasà

(POLYCHROMIA curated by Dino Marasà – Studio Byblos 2016 pag. 68)

Uno stile inconfondibile quello di Giovanni Mattaliano, che ha forgiato nel tempo quasi un marchio di fabbrica, che lo contraddistingue nel panorama artistico contemporaneo. Uno stile che affonda le proprie radici nella corrente del Divisionismo, stravolgendone sicuramente un po’ i canoni riguardanti i soggetti, evitando così di rappresentare paesaggi o persone, ma dedicandosi completamente a una sorte di simbolismo cosmico, dove l’universo, i pianeti e lo spazio sono i protagonisti, e attraverso cui lui stesso racconta immaginifiche storie di creazione. Le scelte cromatiche sono briose, e i colori che si muovono tra mille tonalità pastello, suddivisi tra loro in maniera quasi scientifica, donano dinamismo all’opera disponendosi in vortici cromatici convergenti.

Sandro Serradifalco

(Premio  Grande Maestro 2016 – EA Editore 2016 pag.131)

 

Attorno alle sue “Composizioni” il pittore Giovanni Mattaliano ha enucleato con intelligenza e sensibilità il proprio discorso. Si tratta, in ultima analisi, di sequenze iconologiche che esprimono una realtà simbolizzata fra geometrismo lirico e dialettica strutturale. Una realtà appunto tendente all’essenzialità del segno, concentrata su un dialogo, problematizzante che ha come polarità indagatrice l’interpretazione dell’origine della vita, intesa al livello di organicità. E’ questa, a prima vista, la motivazione tematica che sembrano suggerire i suoi dipinti, la sua espressività linguistica.

Si potrebbe parlare, per l’opera di Mattaliano, di una sorta di “geometria vitalistica.” Le sue immagini rispondono infatti a un concetto di strutturalità, all’equilibrio di un ordine. Ma d’altra parte tali componenti sono legate, semanticamente, a una espansione del vitale, che prefissa il vero senso della problematica di questo artista siciliano. La successione dei puntini-colore, situata nell’ambito di stesure ridotte allo spazio-fondo, si snodano dinamicamente come nervature formali, come un’accumulazione segnica di metamorfosi organiche, si proiettano fra ritmo e continuità come una interpretazione emblematica, cioè simbolica, delle strutture della cellula (l’origine della vita). Strutture immaginate e ricreate da lui come una specie di ipotesi continuabile, di visione interattiva, di codice rivelante del reale.

Erano questi i quadri più significativi, più maturi e aperti a nuovi sviluppi – già con una sua impronta iconografica — che Mattaliano ha presentato nella sua mostra personale di maggio a Milano, alla Galleria Treves di Carlo Colonna.

Nato a Palermo, Mattaliano ha passato diversi anni in Lombardia. Attualmente, vive e opera di nuovo  nella sua città natale. Da un centro-nucleo, i suoi segni-forza si diramano verso l’esterno – come vene che si dilatano – e oltrepassano spesso i moduli dei cerchi, una costante che si identifica con la radice dei significati del pittore. C’è in questo estendersi del fenomenico un’accentuazione fortemente visionaria e, nel contempo, uno schema interiore della fisicità che  è ormai diventato, attraverso la sua immaginazione, alfabeto e sintesi, stile e paradigma della sua esaltazione espressiva. Mattaliano è un artista sensibile che trasforma con personalità, nella sua pittura, quelle sensazioni che lo colpiscono nell’intimo.

Pedro Fiore

(Rivista:  LINEA INTIMA  n.3/1978 3° trimestre  “Incontri d’arte a cura di Pedro Fiore pag. 204)

La magia del punto nell’universo

Il fascino concettuale dello spazio-tempo einsteniano ha certamente mutato la coscienza contemporanea provocando nuove dimensioni nell’immaginario collettivo. Basterebbe confrontare, per restare nel campo delle arti figurative, le antiche rappresentazioni dell’universo, statiche ed euclidee, con le attuali immagini mobili e dinamiche, pittoriche e computerizzate, che di esse restituisce, tra scienza e fantasia, la cultura e la sensibilità di un artista o di uno scienziato del nostro tempo.

Dai cerchi concentrici dell’armonia delle sfere tolemaiche, alle ellissi newtoniane e fino alle attuali  spirali dilatanti, il percorso visivi dà, in parte, la misura dell’accelerazione subita dalla coscienza, il trapasso dalla stabilità conoscitiva alla espansione dinamica e all’incommensurabilità, il senso dell’immenso e dell’infinitesimale che ha trasformato ogni assoluta certezza in probabile ipotesi. Tutto ciò, al di là di ogni fede fisica e metafisica, può certo produrre vertigine ed angoscia ma può anche condurre all’ebbrezza di una nuova libertà dell’uomo che, nell’epoche’ costruttiva, sappia vedere l’approssimarsi alla verità come tensione morale e intellettuale.

E’ quanto accadeva a Joan Mirò che, nell’affascinante cromatismo della sua pittura, seppe esprimere questo slancio affidandosi alla fantasia e ai moti più profondi dell’anima. Un suo famoso quadro del ’54 intitolato non a caso, l’espoir nous revient par la fuite des constellations, segna la linea curva e ondulata come espressione della vita e afferma, appunto, la speranza con la fuga delle costellazioni.

La stessa energia ma con una costruttività  più geometrica e controllata, emana dalle Composizioni di Mattaliano il quale, con una tecnica raffinatasi nel lungo percorso della sua esperienza estetica, spazia nei suoi supporti cartacei forme e colori dove l’universo del punto si fa serena immagine della gioia del conoscere e del fantasticare.

Questa serenità è certamente alla radice della sua sperimentazione pittorica e l’esattezza visiva e percettiva si fa lirica intuizione nell’equilibrio cromatico di simmetrie modulari dove l’aggregazione puntiforme si fa luce che scorre creando spazi ed abissi.

Parlando delle sue opere Mattaliano ha scritto: “ Anche se esse si rifanno a spazi infiniti e a mondi astrali, non si prefiggono preminentemente la rappresentazione di galassie o di qualche fantastico agglomerato stellare, ma tentano di dare un piccolo contributo che spinga l’uomo a meditare di fronte al mistero, al dubbio e al posto che egli occupa nell’universo”. Una poetica, direi, che tende all’armonia, ad un fare estetico che rifugge dai drammatici ammassi di esplosioni ed implosioni per concentrarsi nella magica aggregazione del punto, in una idea di infinito che reca nel suo profondo un frammento di quella eternità cui l’uomo tende.

Un modo di far pittura che si muove, a suo modo, nella concettualità e nell’area di molte esperienze del nostro secolo ma che ha saputo tradurre, in una sintesi personale, anche il dato tecnico ed emotivo in funzione di una visione estetica che ha il segno della riconoscibilità nella geometria del colore e nel valore cromatico del punto.

                                                                                                   Prof.  Piero Longo

Giovanni Mattaliano, con il suo estro compositivo dona prova di verve scenica di       gran pregio. Il suo incedere segnico rappresenta prova di concettuale contemporaneità. Infiniti segni, punti, convergono in un progetto stilistico eccelso e raffinato. Conseguenza di una ricerca paziente e sofisticata.

Sandro Serradifalco

OVERART (2012) n 1 pag. 140

 

Unità Triadica Divinizzante

L’attimo del punto sembra alludere ad una realtà meramente materiale, ma l’espansione dei punti dà significato ad ogni singolo punto che insieme agli altri forma gli attimi di una vita diacronica che si evolve fino a giungere all’intuizione meravigliosa e classica che soltanto la ”circolarità” può esprimere simbolicamente il mistero dell’”unità”, propria del divino, che nell’uomo si riflette in forma triadica per ricondurre l’uomo all’essenziale luce che dal divino promana. Questi i punti – attimi di vita –  che, attraverso i colori, l’artista del punto, Giovanni Mattaliano riesce all’istante a proporre in armonia comunicativa, tipica del tema religioso.

Prof. Diac. Paolo Gionfriddo

Rivista BOE’ (2009) N°6 pag.203